venerdì 7 novembre 2014

Malinconia postale

Rientro a casa e lancio il solito sguardo alla buchetta delle lettere  o meglio a quella che oggi, in verità,  andrebbe chiamata buchetta delle fatture e della pubblicità e che i "tecnici informatici" chiamerebbero buchetta dello spam.
La tecnologia, purtroppo, ha portato via una delle cose più belle ed affascinanti: ricevere una lettera da una persona cara.
Personalmente ricordo l'ansia e l'attesa di una busta proveniente da Milano e contenente i racconti epici di una folle cugina e della di lei sorella, ricordo i "corri postino" scritti sulle buste e il fascino delle spedizioni "via aerea" con francobolli meravigliosi provenienti da posti praticamente sconosciuti.

Certo, la tecnologia ha velocizzato tutto.
Ora è possibile dialogare in tempo reale con persone che vivono in un emisfero differente dal nostro, esistono le email, che si: sono lettere elettroniche, ma che mancano del fascino di quella busta scritta a mano che con tanta passione si attendeva anche per settimane.

Oggi gli uffici postali, sono ormai sportelli bancari a tutti gli effetti, se ti rechi in posta per affrancare una busta, ti guardano quasi come se tu fossi un troglodita proveniente dall'epoca mesozoica e gli sguardi degli impiegati spesso trasmettono messaggi del tipo: "Scusi, ma il pterodattilo ha mangiato le sue crocchette oggi? Vedo che ha un nuovo modello di clava, complimenti, dona molto alla sua veste ghepardata. A proposito: ha fatto il tagliando alla diligenza?".
Insomma, bisogna adattarsi: questa è l'evoluzione della specie e chi non si adatta soccombe.

Detto questo, oggi le cassette postali sono diventati veri e propri cassonetti per la raccolta della carta. 
Ogni giorno ricevo dai tre ai cinque volantini di questo o quel supermercato, il menù della pizzeria d'asporto o quello del take away indiano e a volte ricevo anche fazzoletti di carta usati. 
Nei giorni in cui anche l'omino della pubblicità riposa, ecco arrivare lettere di finanziarie che vogliono offrirti danaro ad un interesse assurdo oppure (spesso viaggiano assieme per tenersi compagnia) fatture di luce, gas, acqua o telefono o altre forme di tassazione. 
Nel caso anche il fattorino esattore non passasse a consegna bollette, ecco la buchetta traboccare di richieste di danaro da elargire a questo o a quell'ente più o meno "no profit". Nessuno che scriva per chiederti "come stai", nessuno che spedisca più una cartolina, nessuno che ti scriva un "tvb da Olbia"

Le cartoline: quanto mi piacevano. Era un modo per condividere viaggi, vacanze, amori ed emozioni. 
Tutte cose che oggi puoi fare ugualmente con un messaggio telematico o telefonico, ma che ci fa perdere di vista una stagione romantica che non tornerà più. 

"Maccioè zio, ma sei antiko. Ke ti frega di ricevere mail su karta: pensa alla natura agli alberi ke vengono risparmiati eppoi whats'app e messenger sono aggratis o quasi!".

Ecco, mia nipote in realtà non si esprimerebbe in questi toni, lei è molto legata alla lingua italiana e al romanticismo, più di quanto possa sembrare e forse più che alcune sue coetanee.
Resta il fatto che in queste "giovanilistiche" parole, si nascondano anche concetti quali il risparmio, la velocità e l'efficienza: cose di cui abbiamo sicuramente bisogno. 


Però a me, le lettere e le cartoline, mancano un bel po' anche perché, ammettiamolo: una cartolina è meglio di una bolletta!
Per l'immagine © aventi diritto

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