venerdì 15 dicembre 2006

Diario di un Tarlo qualunque: Tempo...

Dedicato ad un'amica appena operata...


***


Cosa accade al tempo in ospedale? Per quale strano motivo, nelle cliniche, ogni minuto dura circa 3600 secondi anzichè i 60 consueti?

Forse gli ospedali sono macchine del tempo, oppure il mio corpo alieno ha rallentato la sua corsa durante la degenza? Il fatto è che il primo giorno di ricovero, bene o male, il tempo passa sempre: qualche visita, le analisi, i parenti che vengono a tirarti su il morale... L'incredibile accade però con l'inizio del  "turno notte".


Ore 21: Cambio di consegne tra infermieri poi, non appena si spengono le luci, tutto si ferma, il tempo rallenta la sua corsa e con un po' di impegno, i degenti  riescono anche a sentire i capelli che cadono.

"La notte è piccola per noi... troppo piccolina" è l'unica canzone

che nell'interminabile notte ospedaliera mi viene in mente e la cosa ha un po' del ridicolo:  canticchio mentalmente più volte augurandomi di prendere sonno, ma più la canticchio più mi sveglio.


Finalmente Morfeo, o chi lo sostituisce nelle cliniche ospedaliere, decide di venire a far visita al paziente concedendogli finalmente, un riposo "ristoratore". Gli occhi si chiudono la mente viene sgombrata da ogni pensiero e.... naturalmente suona il "campanello d'allarme" nella camera a fianco.


Medici e infermieri  corrono, luci che si accendono e Morfeo, offeso, se ne va a ramengo portandosi via il sonno.

Ma il paziente è paziente, lo dice la parola stessa quindi, ci si arma di Santa Pazienza (protettrice dei malati) e si spera che nella stanza vicina non stiano succedendo cose troppo gravi.

A questo punto,il gestore dei sonno ospedalieri, decide di concederti l'onore di un sereno sonno ristoratore, ma qualcosa non quadra...


Le luci si accendono, cambia il turno e comincia la rumba del mattino...sono appena scoccate le 6.00


I ritmi frenetici di medici, infermieri e inservienti non ingannino il paziente: per loro il tempo vola, ma per colui che resta sdraiato no....

Dopo circa ventiquattro ore ospedaliere (due ore nel tempo reale) finalmente arriva la colazione, ma tu non puoi farla perchè quella mattina hai il prelievo o l'intervento.

"Poco male", pensa l'ignaro malato, mi rifarò con il pranzo che,

puntualmente, arriva circa 48 ore (sempre secondo il tempo ospedaliero) dopo.

Il "rancio" è strano e non abbondante, ma se le inservienti vi chiedono se ne avete abbastanza, non provatevi a dire "doppia razione per favore". Due sono i motivi, il primo è perchè con una sadica risata, vi diranno che quella è la "quota" prevista dalla dieta che il primario ha deciso per voi, il secondo motivo invece è piu' serio: il cibo dell'ospedale è dotato di vita propria.

I sapori sono tutti simili: è risaputo, il pollo sa di pasta al tonno, la pasta al tonno sa di patate, le patate sanno di mela cotta e la mela cotta sa di mela cotta... nulla saprà mai di pollo.  Il cibo, una volta entrato nell'esofago, prende vita ed inizia a correre da tutte le parti fuorchè nello stomaco. Tutto viene digerito istantaneamente.

In pratica, terminato il mangiare, nulla resta nella sacca digestiva lasciando nel paziente un infinito senso di vuoto.

Chi desiderasse provare la sensazione di come funziona un "buco nero", è invitato a provare a mangiare alle mense ospedaliere.


Il pomeriggio rallenta ulteriormente la sua corsa, fuori gli infermieri corrono, ma sul televisore in dotazione alla stanza, anche Federica Panicucci o  Alda D'Eusanio sembrano parlare con maggiore lentezza.

Cosi il paziente decide di leggere e/o dedicarsi alle parole crociate.

In due ore (se ospedaliere o reali decidetelo voi) iniziate e terminate un romanzo giallo, un altro libro, un intera avventura di Tex Willer e buona parte della settimana enigmistica.

Certi di essere ormai giunti all'ora del tramonto (che non vedrete causa nebbia), guardate fiduciosi l'orologio e vi accorgete che sono solo le 16 e 30.


Una passeggiata allieterà l'attesa e cosi, ci si alza da letto e si

cammina verso l'uscita dal reparto, ma i medici sono "in visita" e quindi non si può uscire. Dopo qualche ora (sempre ospedaliera si intende) il medico arriva e annuncia con voce tonante:  "Digiuno dalla mezzanotte" e sparisce all'orrizzonte.

Lo guardate mentre si allontana e una dissolvenza cinematografica lo fa sparire in pochi secondi.


"Un sonnellino prima di cena, ecco cosa farò!"

Personalmente ho anche provato a contare le pecore, ma il mio vicino di letto mi ha chiesto di smettere perchè allergico alla lana e nella stanza, ormai, c'erano centinaia di ovini belanti... per fortuna le infermiere non si sono accorte di nulla.


Come riesco a chiudere gli occhi, entra l'inserviente che con voce trionfante (credo che "Voce Tonante" sia il suo nome indiano) urla: "pronta la cena, buon appetito!"


Guardo l'ora, ma credo di leggere male, in fondo sono mezzo addormentato. Mi "sfrego" un po' gli occhi, riguardo l'ora... sono le 17 e 56.

Un commento mi sfugge: - Caspita, mangio con le "galline"- il mio vicino però mi chiede di evitare animali piumati perchè allergico al pollame e ai suoi derivati.

La cena, che ha le stesse caratteristiche del pranzo e cioè cibo dotato di vita propria e digerito da qualche altro paziente, termina alle 18 e 15 ora locale.

Il paziente (io) è tentato di leccare anche il piatto e di provare se almeno la plastica ospedaliera è commestibile.. il cibo "sparisce" dallo stomaco alle 18 e 16 esatte.


Lentamente il sole tramonta, ma solo in un'altra realtà, ma voi

naturalmente non potrete vederlo perchè la nebbia avvolge ancora l'ospedale.

Finalmente arrivano le 21, le luci si spengono ed inizia il turno

notte... pensate di aver ragiunto il vostro obbiettivo, ma non è così... se pensate che domani sarà più facile trascorrere le ore, vi state sbagliando: da questo momento, se possibile, il tempo trascorre ancora più lentamente.

Guardo fuori dalla stanza; gli infermieri continuano a correre per i corridoi, fuori la vita continua la sua normale corsa, ma dentro la stanza il tempo è fermo o meglio, scorre lento.

Come per incanto riappare quel motivetto: "la notte è piccola per noi troppo piccolina", ma questa storia l'avete gia sentita...


© 2003-rielaborazione dicembre 2006 by Daniele "tarlo" Tarlazzi


per l'immagine © aventi diritto

21 commenti:

  1. ricordo ancora dopo tre giorni di digiuno in ospedale il mio primo pasto... pastina e mela cotta... mai più nulla mi sembrò così buono!

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  2. Sarà per questo che non si trova mai posto in ospedale...

    Le stanze saranno ancora occupate dagli appestati di manzoniana memoria..



    Buonanotte e saluti al gatto ^^

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  3. Tu pensa a starci un mese e mezzo circa.... ci avevo fatto le radici ormai! Sapevo a memoria i cambi di turno, orari vari, menu e persino le diagnosi delle pazienti che venivano ricoverate in reparto....dopo un po' è divertente

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  4. @grigietta: negli ultimi anni ho avuto modo di frequentare gli ospedali... e anche i miei "Primi pasti" dopo il digiuno parevano "manna" :-D



    @AngeloC: chissà.... il gatto ricambia i saluti



    @Zidora: Stare un mese e mezzo in ospedale? spero proprio di no...tu dici che dopo un po' è divertente? io dico che dopo un po' è deprimente...



    Tarlo

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  5. ..il mio periodo più lungo 62 giorni.....ma con lieto fine...adoravo la minestrina..e vuoi sapere ogni tanto per non dimenticare me la faccio ancora...e piango anche un pò....

    un baciogiorno

    monica

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  6. @Monica: devo dire che la cosa più gradevole del menu ospedaliero, a mio avviso, era la mela cotta :-)

    Tarlo

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  7. Sai, son stata abituata a vedere sempre quel che c'è di positivo in tutte le cose, in tutte le situazioni. Quindi, essendo costretta a stare in ospedale... si, son riuscita a trovarci pure il divertimento! :-) Baci

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  8. @Zidora: beh per quello si... io pure avrei da raccontare qualche aneddoto "locale" divertente... non mancherà occasione :-D

    Tarlo

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  9. Sono un caso penso unico, quando sono stato ricoverato ho messo su quattro chili in cinque giorni, dovevo rifarmi di una dieta pseudo-macrobiotica che anzichè farmi bene mi aveva scatenato un'allergia, i miei mi portavano biscotti, formaggini, salumi...

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  10. @Victoralfieri: Urca.... beh vedi le diete mediterranee sono meglio di quelle pseudomacrobiotiche ;-)

    mmmm...biscotti, formaggini, salumi (ho gia preso quattro chili al solo pensiero e per solidarietà) :-)



    Tarlo

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  11. buona notte

    monitriste ma passerà:(

    bacio

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  12. @Monica: buongiorno, passata la malinconia?

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  13. ...buona domenica

    beh sai per me fino al 26 dicembre è un velo dentro al cuore ma sto meglio!

    un bacio grande amico mio!

    monica

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  14. @Monica: Un abbraccio a te :-D

    Tarlo

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  15. ... diciamo che le mie brevi, fortunatamente, esperienze ospedalieri da paziente mi hanno fatto mettere al primo posto il purè finto ... l'unico a darmi sazietà perchè riuscivo a rimestarlo in bocca ....

    ho fatto più visite in compenso ... avanti indietro .... diventando anche amica di alcune infermiere che mi permettevano di portare, pagando un modesto dazio, biscottini al mio degente .....

    sono sempre grata a certe professioni .... ma sono ingrata per certe persone che popolano tali luoghi di bizzarra villeggiatura !

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  16. eccomi è già lunedì...ti lascio un baciogiorno:))

    monica

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  17. @Wondertitti: Beh biscottini, durante le mie degenze, ne ho ricevuti anch'io ma poi li ho potuti divorare solo tornando a casa :-)



    @Monica: Buongiorno a te io sono sveglio da qualche minuto. Baciogiorno anche a te :-)



    tarlo

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  18. Ho passato molto tempo in ospedale, ma per mia fortuna mai come paziente, la descrizione però mi sembra molto realistica.

    Un salutone!

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  19. @Grakula: Credimi la descrizione è assolutamente reale...provata personalmente ;)

    Tarlo

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  20. ...Questi sono alcuni dei motivi perchè odio gli ospedali...

    Comunque, anche io ti vengo a visitare per la prima volta, ricambio i complimenti. Scrivi davvero molto molto bene...

    Un saluto, a presto.

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  21. @Ellysunset: Grazie grazie mille per la visita. A presto

    :-D

    Tarlo

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