giovedì 18 agosto 2005

Diario di un tarlo qualunque: Tranquillo gattino? Si, quello degli altri!

Ieri pomeriggio il sottoscritto, insieme al gatto Stich, si recavano presso l'ambulatorio veterinario per l'annuale richiamo del vaccino.
Stich è un gatto che si finge calmo, tranquillo, socievole e simpatico (insomma è un gatto "zoccolo" che da retta a tutti tranne che a me), ma questa volta ha dato prova di essere ciò che in realtà è: un leone sclerotico, bastardo con tendenze psicotiche tendenti al massacro totale del genere umano.
Ma veniamo ai fatti, perchè sono i fatti a far notizia e non le chiacchiere.
Inizio la preparazione del "trasportino" e gia durante queste operazioni il docile gattino mostra le sue preoccupazioni fuggendo da casa, ma il richiamo dell'amore dei suoi padroncini (cibo) è irrinunciabile e al richiamo la tenera bestiolina, ancor forse ignara di ciò che lo aspetta, ritorna trotterellando verso lo scopo della sua vita: la ciotola ripiena.
In realtà, egli resta però stupefatto perchè la ciotola non è affatto "piena" di ogni ben di tonno, ma lustra e vuota.
Dopo aver esclamato un flebile "miao" che tradotto suonava come un: "Beh? mi hai fatto tornare a codesta magione senza che io possa allenar le mie muscolose mandibole?", il tenero e dolce gattino (sogno dei bambini del vicinato, che ancora non conoscono la sua vera natura di traditore) viene dolcemente inserito nel trasportino più comodo del mondo.
Per essere chiari il "trasportino" conteneva: a) un foglio di nylon sul fondo, b) un letto di morbida sabbia adatta all'assorbimento di eventuali liquidi di "scarico", c) un asciugamano ripegato per rendere più morbido il fondo, d) un cuscinetto per rendere ancora più comodo il viaggio e per concludere: e) il gioco preferito del amato felino ovvero, un piccolo serpentello di stoffa.

Stich, lo ripeto, sembra un gatto dolce e spensierato, ma gia una volta aveva mostrato la sua vera natura.
Ricordo che in un giorno di maggio, io e la mia compagna, decisi ad adottare un gatto, ci recammo in un gattile per adottare una piccola palla di pelo e qui, prima di andare avanti, occorre un piccolo flashback; torniamo quindi indietro nel tempo...

Stich aveva allora pochissimi giorni.
La responsabile del gattile ci mostrò il cucciolo scelto, lo prese in braccio tranquillamente e ce lo mostrò: in quel momento Stich mostrò quella che è la sua vera natura di gatto terrorista: Inizio a soffiare con violenza e ci guardò con sguardo carico di odio e quella gentile signora, che sperava di appiopparci quel piccolo e tenero virgulto soffiante, disse: "Vedete ragazzi? Vi ha gia preso in grande simpatia."
Pensai immediatamente che il soffio di un felino, non era certo una manifestazione di incondizionata simpatia, ma ci risi sopra e decidemmo tra mille gridolini di gioia della mia compagna, tra mille dubbi miei e mille soffi di gatto, di adottare la piccola bestiola soffiante.
Passato il periodo dello svezzamento, portammo a casa il piccolo distruggitore di mobilia e di quant'altro gli capitasse a tiro.
Stich mostrò di adattarsi bene alla vita casalinga, ma questa è un'altra storia e occorre andare avanti, terminiamo quindi questo necessario flashback e torniamo al pomeriggio di ieri.

Convinco Stich ad entrare nella sua casetta da viaggio senza grosse difficoltà, ma non appena chiudo la porticina egli comincia ad esprimere la sua contrarietà, non ha voglia di fare "giretti in automobile" quando potrebbe dar la caccia a lucertole, foglie, cimici e altre bestioline; lo capisco bene dai suoi insistenti miagolii tristi e disperati, ma entrati in auto poi si calma e si rassegna, ma la sua calma è finzione scenica.
Egli stà preparando la sua vendetta...
La giovin palla di pelo, resta tranquilla fino all'ambulatorio e finge di essere una bestia docile, sopportando pazientemente la visita e il vaccino.
A quel punto chiedo alla espertissima amica veterinaria se è possibile dare una tagliata alle unghiette del docile e amabile gattino (visto quanto è bello e buono? visto come si comporta bene?) ed è proprio in quel momento, alla parola "unghiette" (termine che in fondo non piace nemmeno a me) che si scatena "un inferno che non te l'immagini neppure" (chiedo scusa a Rambo per la citazione).
Il piccolo e docile leone inizia a soffiare con una forza incredibile ed inizia ad emettere dal suo corpicino, suoni che nemmeno Dart Vader di guerre stellari emetteva dall'interno della sua corazza.
Soffiate così forti che il servizio meteo della zona aveva iniziato a pensare alla formazione di una piccola tromba d'aria, miagolii così minacciosi che hanno zittito tutti gli animali del quartiere rendendo tutta la zona innaturalmente silenziosa... nemmeno le auto o gli autobus avevano il coraggio di passare in quel momento, un muoversi di zampe pronte a graffiare e uccidere qualunque cosa si muovesse nell'arco di pochi millimetri.
Insomma, io e la veterinaria ci troviamo uno di fronte all'altra terrorizzati e schiacciati, in posizione di difesa, alle pareti dell'ambulatorio mentre la bestia infuriata ci tiene d'occhio pronta a scattare.
Quindici minuti di inferno dove nessun movimento ci era permesso.
Poi, il piccolo pazzo sembra calmarsi, provo ad avvicinarmi, ma egli mostra convinto la sua contrarietà devo tornare al muro e stare fermo o il mio corpo verrà sfigurato e straziato dai suoi felini graffi.
La veterinaria, timidamente e sottovoce, mi chiede se ho in mente qualche possibile soluzione perchè lei mai e poi mai, nella sua pluriennale esperienza, aveva visto un comportamento simile in una bestiolino così.
Disperato e impaurito, tento di malignare sul fatto che in passato lei in realtà non abbia castrato affatto il dolce gattino e che anzi: forse per farci "dispetto", gli abbia impiantato parecchi attributi in più rispetto a quelli donati forniti da madre natura.
Restiamo ancora attaccati al muro una decina di minuti nella speranza, poi tento l'arma segreta: l'unica persona alla quale il mio "docile" micio da ascolto, è la mia compagna di vita: il suo richiamo, per quella povera e terroristica bestiola, è miele e a lei obbedisce prontamente (provo l'ennesimo moto di invidia, perchè quando provo a chiamare io il gatto, anzichè obbedienza assoluta ottengo solo pernacchie).
Ed è alla frase "Pronto tesoro? Devi per forza venire dalla veterinaria... qui abbiamo un piccolo problema. Chiedi anche l'intervento delle teste di cuoio e cerca di entrare dal retro per prenderlo alle spalle. Al momento siamo prigionieri e stiamo bene, ma ancora non sappiamo ne immaginiamo quali siano le richieste del miagolatore impazzito, corri a salvarci perchè non sappiamo quanto tempo potremo ancora restare fermi in questa posizione."
Ed è proprio qui che accade il miracolo.
Il gatto (probabilmente dotato di un super udito simile a quello di Superman) probabilmante riesce a sentire dal telefonino, la femminil voce della padrona che si dichiara pronta ad affrontare la "mission impossible" di salvataggio che le è stata affidata e si calma miracolosamente.
Si avvicina al trasportino senza entrarci ed io accenno ad un timido avvicinamento.
La veterinaria si raccomanda: "Non fare pazzie, non ti avvicinare, ricordati che è armato di affilatissime unghie in puro titanio."
Ma io ho coraggio, sono sprezzante del pericolo e il mio abbondante torace si avvicina piano piano e timidamente al giovane gatto.
"Non c'è posto per te, immonda bestia esci da quel peloso corpo", dico io per sicurezza.
La mia marcia è costante, sono sempre più vicino.... ecco, riesco anche ad fargli una piccola carezza sulla testa, lui brontola un poco, ma poi si lascia prendere, ma appena richiuso il cancelletto del trasportino si scatena un nuovo inferno, ma ormai il pericolo è passato, il gatto è pronto, nonostante le intemperanze, ad essere riportato a casa.
Posso finalmente telefonare alle "forze dell'ordine" (ovvero alla mia compagna) e dare il "cessato allarme".
Un saluto alla veterinaria e le mie scuse per il comportamento della bestia.
"Non preoccuparti, anche se non ho mai visto di peggio, sono abituata a questo genere di cose, ma la prossima volta il vaccino lo facciamo a casa tua, magari nel suo ambiente si comporta meglio."
"Può essere un'idea" affermo poco convinto, ma tutto è possibile.
"Arrivederci al prossimo anno" dice la veterinaria.
"Arrivederci al prossimo anno" affermo io...
"Dovrete passare sul mio cadavere per visitarmi il prossimo anno" miagola la piccola bestia mai domata.

Scrivo queste righe ora che il panico e il terrore son passati... nel frattempo il dolce e tenero Stich, mi riempie la casa di lucertole catturate... intravedo, in questo comportamento, una sorta di minaccia, ma i gatti non sono elefanti e probabilmente sono forniti di una memoria più piccola, così nel mio piccolo, spero e mi auguro che nel corso dell'anno che dovrà passare prima del prossimo vaccino, la dolce bestiola dimentichi l'accaduto.
E se non dimenticherà son sicuro di una cosa: dovrò fare testamento.

2 commenti:

  1. ma e' cresciutissimo!!! a cosa lo cibi, crescioni e piadine??? che bello leggerti, finalmente!!!

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  2. eheheheh ma si lancia sempre dall' armadio? stefi

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