venerdì 3 marzo 2017

Diario di un tarlo qualunque: Passeggiate da incubo

Dopo alberghi e cucine, ho deciso di aprire un nuovo format televisivo che chiamerò "Passeggiate coi cani da incubo". Come potete immaginare, avere quattro cani da gestire in passeggiata, non è così facile come qualcuno potrebbe pensare.
Porto i cani al parco, chiudo il cancelletto di protezione, mi guardo attorno e non vedo nessuno. Come mi giro, si materializza, probabilmente grazie ad un teletrasporto visto che è arrivato esattamente dopo trentadue secondi e quindici millesimi, un malamuth con una zampa in meno accompagnato da un proprietario privo di un organo basilare quale può essere considerato il cervello. Il tipo, mamamuthdotato, si piazza proprio davanti al cancello. Ora: voi certamente sapete che i cani, separati da un cancello, sono soliti non giocare a scala quaranta. Risultato: concerto in Bau maggiore per quartetto di cani.
Il "cretiota", biascicando inutili scuse, non riusciva a spostare il suo massiccio cane, anche perché, il suddetto proprietario di gigante, era intento, mentre tentava di spostare inutilmente il suo cane, a pastrocchiare con il telefono e si sa che cane da cento chili (pur con una zampa in meno) e telefono, non vanno molto d'accordo.
Accade finalmente, una specie di miracolo e il tizio, riesce a spostare di ben dieci centimetri il cane dalla rete (Ne approfitta il quartetto per interrompere il concerto e per cagare l'inverosimile). Pochi secondi, dopodiché, un piccolo colpo di reni ed ecco che senza alcuno sforzo, il malamuth torna davanti alla rete per il
"Secondo tempo" della sinfonia.
Mi arrendo e carico, non senza fatica, i cani in macchina e rientro sconsolato verso casa. Parcheggio la macchina, controllo che non ci siano altri cani in giro, scendo e scarico la mercanzia pelosa. Anche qui il tipico ronzio del teletrasporto irrompe nel silenzio della mattina: appare per incanto, un vicino di casa con il suo cane. La mia bracca, scambiando il simpatico canino per un arrosto, riesce con l'abilità tipica del mago Houdini, a togliersi la pettorina e ad avventarsi sul suo succoso possibile pasto. Un urlo potente quanto quello del Dio del tuono blocca il tempo. Tutti si fermano: umani, cani e auto si immobilizzano consentendomi di raccattare la bracca e il resto del branco di delinquenti pelosi e, finalmente, tutto termina, fortunatamente, senza incidenti.
Ora, però, vado a farmi benedire!
(ps; non fatevi ingannare dalla dolcezza dei pelosi che vedete in foto: a volte un tifone fa meno danni)



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