lunedì 10 luglio 2006

"Opera...prima"

Premessa


Passare dalle striscie umoristiche alla stesura di un vero e proprio racconto non è sicuramente stata cosa facile ma sentivo che la cosa era "necessaria". Erano tempi difficili (tempi difficili nella vita ci sono e ci saranno sempre): avevo da poco cambiato lavoro, mi apprestavo a vivere una nuova vita ed inoltre volevo assolutamente partecipare, cosa per me inconsueta, ad un concorso per opere prime. Così, prova che ri riprova, nacque quel mio primo "racconto". Inutile dire che rileggendolo, forse, avrei dovuto e forse voluto correggere (magari ampliando), alcuni contenuti come dialoghi e  soprattutto alcune "descrizioni". Ma allora le emozioni erano differenti da quelle di oggi, forse in quei tempi ero più sorridente, più magro, più incosciente e la voglia di giocare era sicuramente maggiore. Allora perchè pensare di modificare i contenuti di uno scritto? C'è forse la paura di offendere la sensibilità di qualcuno? Il passato, in fondo, fa parte di noi. Non si può cancellare e nemmeno modificare quel che è stato (per fortuna o purtroppo). Ciò che è stato è stato, punto e basta. Modificare quel racconto, sarebbe come modificare o rinnegare parte di me stesso ed è proprio per questo che vi presenterò questa storia così come è nata; con le sue ingenuità e le sue incertezze. Buona lettura.


Daniele "tarlo" Tarlazzi




                                           LA DONNA IDEALE

I sogni: i sogni sono una cosa stupenda, soprattutto quando si è giovani.
L’importante è lasciarsi andare, chiudere gli occhi, immaginare ed ecco... in breve tempo si materializzano fate, gnomi e folletti, che con la loro positività ci aiutano a risolvere i piccoli problemi dettati dalla quotidianità.
Capita, infatti, che spesso l’uomo si lasci “sedurre” dal magico mondo di fantasia che è in esso nascosto.
Personalmente, ho sempre amato scherzare e giocare con la vita, e a volte ho dovuto “pagare lo scotto” di certe scelte.
Perché, nonostante l’età della ragione fosse in agguato, io non ero ancora pronto ad accettarne i “saggi principi”.
Forse fu stanchezza, ma una sera il “tarlo della solitudine” s'impadronì di me.
Avevo gettato al vento i migliori anni della mia vita, forse per un capriccio, o forse perché non avevo mai avuto il buon senso di affrontare certi “argomenti” con serietà.
Ero solo!
Turbato e depresso da quei tristi pensieri, decisi di fare una passeggiata sul molo.
Fu lì che la incontrai.
Aveva un sorriso dolcissimo, occhi da cerbiatta, quel genere di occhi che esprimono, senza possibilità di errore, una grande voglia di vivere.
I suoi capelli, lunghi e scuri, ondeggiavano al vento richiamando alla mente, immagini di vecchie pellicole d’amore.
Non ricordo come fosse vestita, né la sua statura.
Qual che ricordo è che, appena la vidi, rimasi letteralmente incantato.
Era seduta sopra ad un masso, ed osservava il frangersi delle onde sulla spiaggia.
La giornata uggiosa e fredda, aveva scoraggiato la “gente normale” ad uscire di casa.
Eravamo soli, la natura aveva organizzato uno spettacolo indimenticabile: il mare mosso, il cielo scuro e carico di pioggia, i gabbiani sopra gli scogli, e la sua figura immobile; tutto lasciava pensare ad un dipinto.
Sentendosi osservata, la ragazza volse lo sguardo verso di me, ero imbarazzato, ma trovai anch’io la forza di sorriderle.
La pioggia iniziò a scendere con violenza, la ragazza si alzò, accennò un saluto e corse via; io rimasi fermo ancora alcuni istanti sotto il violento acquazzone, con la mente piena di confusione.
Avevo forse trovato la donna della mia vita, e l’avevo lasciata scappare, non avevo avuto neanche il coraggio di chiederle il nome.
Quello fu il nostro primo incontro.
Tornai spesso sul molo, volevo rivederla.
Passarono alcuni mesi, senza che il mio desiderio si avverasse; l’estate si avvicinava a grandi passi, ed io ripresi la vita di sempre.
Finsi di dimenticare quell’incontro “sconvolgente”, convincendomi che era meglio mettersi il cuore in pace, che quell’incontro forse era esistito solo nella mia mente, proiettato ai miei occhi in un momento di depressione e insicurezza.
La rincontrai in piena estate, sulla spiaggia.
Accudiva due “piccoli affari” che giocavano sulla calda sabbia.
“Probabilmente figli suoi”- Pensai amareggiato, forse era sposata.
La tristezza si impadronì dei miei pensieri.
La ragazza si volse verso di me, sorrise e mi salutò con calore.
“Ti ricordi di me ?”- Domandò.
“Ci siamo incontrati sul molo in pieno inverno, e tu stavi immobile sotto l'acqua e il vento a guardarmi; non mi hai dimenticato vero ?”
Risposi, arrossendo, che non mi ero dimenticato di lei, che anzi, mi ero recato in quel posto più volte, sperando di rivederla, purtroppo senza successo.
“Lo so, ti ho visto più di una volta”- Mi disse ridendo, -”Ma tu eri talmente concentrato sui tuoi pensieri, che non mi hai mai vista.”
“E’ impossibile! Ho guardato con attenzione ogni passante, ogni singola persona che mi passava davanti....”- Brontolai imbarazzato.
Lasciammo cadere il discorso, ma continuammo a parlare del più e del meno.
Era riuscita a mettermi a mio agio, sentivo che per lei non potevo avere segreti: e forse fu per questo che decisi di dichiararle il mio amore e la mia ammirazione.
Il suo sguardo si addolcì immensamente, ma un’ombra di malinconia le velò gli occhi.
“Non voglio deluderti.”- Iniziò con voce tranquilla.
“Vedi, tu credi di avere trovato in me la tua donna ideale, ma non è così.
Io compaio nei sogni di migliaia e migliaia di persone, ma non esisto.
Sono semplicemente la tua fantasia, quella fantasia che ogni notte ti prende per mano e ti accompagna per le vie dei sogni.
Ti sono vicina, e lo sarò fino a quando la tua mente vorrà fantasticare evitando i problemi della tua realtà.”
Protestai dicendo che non poteva essere fantasia, la fantasia non è fatta di carne ed ossa, e soprattutto, non ha figli da accompagnare al mare e che, da che mondo è mondo, mai si era sentito dire che la fantasia, apparisse in sogno alle persone.
“I due bambini che vedi al mio fianco, non sono miei figli, sono i tuoi occhi, me li hai affidati quando hai deciso di volere continuare a sognare, rifiutandoti di affrontare “l’età della ragione”.
Io li ho accuditi, loro vedono ciò che vedi, leggono ciò che leggi, ed osservano la vita.
Forse non lo sai, ma affidandoti a me, sei riuscito a maturare senza accorgertene, e quello che più importa, senza distaccarti dai sogni della tua mente.
Continua a sognare, solo così riuscirai a reagire agli stress che la vita ogni giorno ti consegna.
Ricorda, il giorno in cui “aprirai” gli occhi, io sparirò, e non potrò più esserti di conforto.”
Si alzò dal lettino, mi baciò dolcemente sulle guance, mi sorrise e se ne andò.
Pochi minuti dopo, arrivò il “tram del risveglio” che mi riportò alla vita reale; una lacrima scendeva sul mio viso, era una lacrima di gioia: avevo trovato “la donna ideale”.

La donna ideale ©1991 by Daniele "tarlo" Tarlazzi


8 commenti:

  1. Ma questo e' un classico. Dai. Aspettiamo qualcosa di nuovo...

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  2. Ma ciaoooooooo e' qualche giorno che non passo. Mmmm sara' un po lunghino sto post? Ok ok ora provo al eggerlo ma non garantisco la resistenza ;)

    WE ARE THE CHAMPIONS! ;)

    Mila

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  3. Ma e' semplicemente stupendo!

    Sono stata subito rapita, non ho avuto prblemi ad arrivare alla fine ;)

    Bello.

    M.

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  4. Cody: E' vero, è un "classico" ma i miei due lettori del blog ancora non lo avevano letto e così ho "recuperato"... qualcosa di nuovo arriverà presto anche se medito di proporre le cose più "nuove" a fine estate.

    Qualcosa di nuovo però arriverà... promesso.



    Le1chatnoir: Ma ciao Mila... Mi fa molto piacere che tu sia riuscita a leggere fino in fondo... capiteranno ancora dei post lunghetti e spero di non annoiare.



    Tarlo

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  5. Sono in estasi per quello che sei non darmi anche tu dell'esagerata stasera vorrei davvero donarti dolcezza prendimi così come sono e posso dire che tu sei una bella persona

    un abbraccio

    monica:)

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  6. @Monica: Oi oi, se continuo a dispensare momenti di estasi finisce che diverrò illegale... ;-)

    Grazie mille per i complimenti davvero. (ci sono giorni in cui i complimenti sono un toccasana...insomma i complimenti danno momenti di estasi e... quindi diventano quasi illegali) ;-P



    Tarlo

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  7. davvero molto bella questa storia

    :-)

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  8. @Rotelana: Grazie, grazie mille. mi fa piacere che questo mio vecchio racconto sia ancora apprezzato.



    Tarlo

    RispondiElimina

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